VIVO TEATRO Stagione di Teatro Contemporaneo
Chiesa dei Batù, Piazza Roma, ore 21.00
II EDIZIONE 2014/2015
Chiesa dei Batù, Piazza Roma, ore 21.00
II EDIZIONE 2014/2015
Dopo anni di collaborazione, nasce la rassegna “Vivo Teatro”, uno spazio di teatro contemporaneo, nella splendida cornice della Chiesa dei Batù.
Manca da tempo non solo a Pecetto Torinese, ma su tutto il territorio provinciale e regionale, un luogo dove incontrare il teatro contemporaneo ovvero quella forma di incontro artistico che sia un atto di creatività ma soprattutto che abbia il dovere sociale di parlare dei temi del nostro contemporaneo, della nostra vita odierna, quotidiana.
Pecetto Torinese è da anni luogo di sperimentazione, non solo nella collaborazione con il Teatro delle Forme – Residenza Multidisciplinare Teatro della Comunità, abbiamo quindi deciso di significare questo ruolo che il Comune ha assunto nel leggere il teatro e la vita contemporanea.
Da questo presupposto è partita l’idea di questa stagione: il teatro (e forse l’intera cultura) visto non come luogo di apprendimento di classici di repertorio, ma come momento di riflessione, sia essa comica o drammatica.
LA RESIDENZA MULTIDISCIPLINARE TEATRO DELLA COMUNITA’
Il lavoro di stanzialità sviluppato dal Teatro delle Forme – Residenza Multidisciplinare Teatro della Comunità – con i Comuni coinvolti ha trasformato l’idea di “teatralità” modificando il lavoro da “proposta di spettacolo” a “lavoro culturale” con la comunità, per andare incontro alle esigenze di formazione, approfondimento e socializzazione che il territorio stesso esprime attraverso scuole e centri di aggregazione. La Residenza sviluppa quindi, attorno al calendario della rassegna, un ampio ventaglio di attività che vanno dai laboratori nelle scuole agli appuntamenti per la terza età, ai corsi di dizione e uso della voce per insegnanti. Gli spettacoli teatrali della rassegna diventano quindi i momenti di ritrovo di una comunità che ha condiviso anche un percorso parallelo, un lavoro su se stessa e i suoi membri e che si apre anche all’esterno, verso altri territori e altre comunità e tradizioni. E allora che queste serate siano davvero Veglie, per raccontare storie e condividerle!
Sabato 22 Novembre
di e con Gaetano Tramontana
una produzione SpazioTeatro, Reggio Calabria
Il dramma della giovane Antigone ripreso nella sua estrema intimità: è la rielaborazione di Gaetano Tramontana alla tragedia sofoclea che si pone come una rilettura contemporanea del mito. Un monologo intenso in cui Antigone si racconta, proiettando attraverso il suo sguardo i tristi eventi che hanno distrutto la sua famiglia, lo sguardo di una fanciulla innamorata della vita e nata “per condividere non l’odio ma l’amore”.E a questo amore per il mondo la giovane è costretta a rinunciare per via di una scelta che va a trasgredire le leggi sovrane; l’insanabile contrasto tra legge naturale e legge positiva, tanto caro al teatro greco, è reso nello spettacolo di SpazioTeatro dalle intime confessioni della protagonista, interpretata da Gaetano Tramontana. E’ un attore dunque a calarsi nella drammaticità del mito, è un uomo a recitare le angosce della giovane donna.Ad accompagnare pensieri e confidenze di Antigone sono proiezioni video che scandiscono frangenti di memoria.Antigone è una fanciulla dalla straordinaria forza d’animo, è una giovane donna che riesce ad amare Edipo, nonostante la sua peccaminosità, e che, una volta persi i due amati fratelli, non abbandona le sue promesse; pur di offrire una degna sepoltura al fratello Polinice, va incontro al divieto di Creonte, zio di Antigone nonché padre del suo innamorato. E in questa lotta struggente a vincere sarà la brutalità del potere, mentre per Antigone non resta che un toccante rimpianto per ciò che è costretta a lasciare, colpevole di aver difeso i suoi valori.
Sabato 20 Dicembre
di e con Gianni Abbate
una produzione Teatro Null, Viterbo
Il racconto, un flusso di parole tra ricordi (anche autobiografici) e visioni che diventano lentamente concrete e reali, è ambientato in un ipotetico futuro dove ritroviamo un mondo come sospeso in un eterno presente, tra paure planetarie e consumo sfrenato. Un mondo omogeneizzato, livellato, privato del suo significato e dove il pensiero è stato chirurgicamente asportato.
Ci ricorda qualcosa?
In questa caricatura di mondo dove tutto è stato programmato senza possibilità d’uscita o d’interferenza, difficile anche per il più esperto degli “hacker”, il nostro protagonista è come se improvvisamente si risvegliasse, anzi, come se per la prima volta aprisse gli occhi.
Pensa si tratti di un brutto sogno, ma gli basta un attimo per comprendere che questa visione è la realtà, la triste realtà.
D’impulso scappa! Non sa dove, non sa nemmeno se esiste un altrove, ma scappa, ed è in questo andare via che ritrova se stesso, un contatto profondo con la natura e la memoria di un passato lontano, ma non del tutto cancellato, che riaffiora attraverso la propria lingua, quella “originaria”, il napoletano, in tutta la sua forza deflagrante.
Sabato 24 Gennaio
Di Antonio Damasco
Con Antonio Damasco e Valentina Padovan
Un produzione Teatro delle Forme, TorinoIl teatro esiste da oltre duemila anni. Questo significa, evidentemente, che esso deve aver svolto una funzione nella società, deve aver risposto, cioè, ad una reale esigenza degli uomini, ad una necessità del loro vivere concreto. Tutto ciò che sopravvive continua a soddisfare un bisogno vitale dell’uomo in quanto essere sociale. Qual è, allora, la funzione del teatro? Identificarla vuol dire comprendere anche la sua natura, capire meglio i motivi della sua reale o presunta decadenza attuale.Quando nella Poetica, Aristotele scrive che il fine della tragedia (cioè del teatro) è la catarsi, egli afferma soprattutto questo, che la tragedia ha un fine pratico, la purificazione del corpo sociale, ossia la conoscenza e quindi la difesa dai mali che lo turbano, attraverso la loro rappresentazione in pubblico.
Sabato 7 Marzo
di e con Franco Acquaviva
una produzione Teatro delle Selve
Come fu che l’uomo decise di disciplinare l’acqua a proprio uso e consumo? Una domanda che affonda le radici nell’origine della civiltà umana. Da allora tutti i popoli hanno cercato di inventare nuovi modi per avvicinare sempre più l’oro liquido al proprio focolare. Come ci sono riusciti? E quali storie, miti e leggende il rapporto con l’acqua ha fatto nascere?Spettacolo realizzato in collaborazione con Istituzione Museo del Rubinetto, Comune di San Maurizio d’Opaglio, Ditta F.lli Pettinaroli.
Sabato 11 Aprile
di e con Andrea Kaemmerle
una produzione Guascone Teatro, Pisa
È dedicato alla musica dei Balcani ed in generale dell’est europeo. Autori musicali come Bregovic, Kusturica, Kocani orchestra e molti altri vengono accostati a scrittori amatissimi ad EST. Hasek, Hrabal, Kafka, Rilke unitamente ai mostri classici come Bulkakov etc. Le atmosfere letterarie si fondono con quelle più popolari degli aneddoti, delle leggende fino a toccare strane ed oniriche storielle nate nella notte dei tempi. Amore per le sonorità, le tradizioni, gli odori, le feste dell’est, i colori zingari, i loro strumenti, i loro viaggi, le scorribande nel mondo Yiddish con il suo umorismo tragico e premonitore. Circo, storie di vodka, atmosfere dei Konoba slavi, canzoni e tanta leggerezza su un EST molto sognato, soprattutto come un non-ovest. Una finestra un po’ felliniana sui nostri scatenatissimi vicini di casa.
Biglietto di ingresso: € 6,00 a testa
Abbonamento 5 spettacoli: € 25,00 a testa
La biglietteria sarà aperta a partire dalle 20.00
Info e prenotazioni: Teatro delle Forme, 011 4338865, info@teatrodelleforme.it