TOFFIA (RI)
da martedì 14 a sabato 18 Agosto 2012
IL TEATRO DELLA COMUNITA’
“Una consolidata festa popolare giunta alla XVII edizione. Toffia si trasforma in un grande palcoscenico affollato da teatranti, musicisti, artigiani, poeti, trampolieri, pittori … un’atmosfera conviviale richiama ogni anno molti turisti, attratti dagli spettacoli coinvolgenti,dalla bellezza del territorio e dalla gustosa cucina locale. Una manifestazione realizzata grazie alla generosa partecipazione della comunità. Protagonista indiscusso della manifestazione sarà il numero 17, e tutto ciò che di più sfortunato ne consegue, in onore della ricorrenza della XVII edizione”
Tutto il programma di Folk in Progress è consultabile QUI.
Un racconto, per immagini intime e collettive, di quando una partita di calcio poteva rappresentare la rivincita di una intera classe sociale. Un luogo dove era consentito a due uomini, uno piccolo ed uno grande, incapaci di dirsi “ti voglio bene”, di abbracciarsi e ridere insieme. Lo stadio è teatro di uno spazio altro, dove i ruoli, le convenzioni e le maschere del quotidiano possono essere gettate, per lasciare posto a quegli incontri che nella vita reale difficilmente si realizzerebbero. Juve Napoli è un viaggio vero e metaforico, la storia di un’Italia, non troppo passata, fatta di migrazioni, di lingue nascoste, mansarde affollate e nuove identità. Il 9 Novembre del 1986, il Napoli “saliva” a Torino ed affrontava per l’ennesima volta i ricchi, gli imbattuti, i bellissimi Tacconi, Manfredonia, Cabrini, Serena e Laudrup, schierando in campo Garella, De Napoli, Bagni, Bruscolotti, Sola e LUI … ed almeno per una volta, come in una favola al contrario, non vinsero quelli alti, con gli occhi azzurri ed i capelli biondi. Partendo dal vivacissimo testo omonimo di Maurizio De Giovanni, scrittore napoletano, Antonio dedica un riscatto comico-poetico ad un padre emigrato da Napoli alla FIAT, per rispondere con una risata, a distanza di 40 anni, a quei cartelli che riportavano la scritta “non si affitta ai meridionali” che offesero i suoi occhi.
“Mi parli poco dei tuoi 20 anni,
di quando vivevi già a Torino in Via della Rocca,
lontano quasi 1000 km dalla tua famiglia.
Ho visto anche la foto in bianco e nero di allora,
quella dove il colore ce lo metteva dopo il fotografo,
mi piaceva immaginare un Dean Martin napoletano che camminava sotto i portici della sua nuova Città.
Adesso anche la tua lingua è cambiata,
parli un napoletano piemontesizzato,
che comincia con “uè” e finisce con “né”.
Allora è vero che chi va via dalla sua terra non appartiene a nulla più,
troppo torinese per i napoletani, e “napuli” per i piemontesi”.
Le “case-teatro” sono piccoli fuochi, momenti di ilarità o drammaticità, comunque e sempre diverse … un percorso per stazioni dimore incantate, dove la magia del narrare affabulante possa iniziare il visitatore ai misteri essenziali della vita umana. Lo spettacolo si sviluppa nelle strade, nelle piazze, nelle case e nei cortili come a voler stabilire un nuovo rapporto con il pubblico, per far scoprire luoghi e suggestioni che il quotidiano nasconde. Il paese viene popolato dai raccontatori ed il pubblico avrà il compito di trovare i “kunti” nei luoghi più impensati, aiutato da un musicista-guida. L’idea nasce dalla volontà di valorizzare il patrimonio artistico-culturale di un paese attraverso l’immaginario delle molte lingue e memorie. Una comunità deve saper tutelare un immaginario importante come quello delle memorie e legarlo alle espressioni fisico-verbali. Il teatro di ricerca e quello popolare si contaminano per dialogare fra loro in una sorta di intima oralità.