La favola cantata che nel 2024 ha risalito la penisola, da Lampedusa a Bardonecchia, racconta una storia antica e contemporanea, fatta di uomini, donne e bambini in movimento da una terra all’altra. Come l’esploratore e premio Nobel per la pace, Fridtjof Nansen, inventò un passaporto per apolidi, così per salire sull’isola di Espèrer sarà sufficiente un “Certificato di esistenza”.
Cosa occorre per farne parte?
Esistere.
L’isola di Esperer inizia a prendere forma nel 2015, quando Antonio Damasco, drammaturgo, attore e direttore della Rete Italiana di Cultura Popolare si trovò a dover spiegare alle sue due bambine quello che avveniva sugli scogli di Ventimiglia. A partire dal giugno di quell’anno persone proveniente dai paesi più poveri del continente africano, in transito attraverso l’Italia e diretti in Francia, si fermarono sulla linea di confine, riparandosi sugli scogli per oltre quattro mesi. Da quella esperienza nacque una favola allegorica, trasferita in un libro illustrato da Alice Tortoroglio: “L’immaginifica storia di Espérer” e uno narrazione teatrale che guarda all’Europa del 2050.
Drammaturgia di Antonio Damasco
Musiche di Maurizio Verna
In scena Antonio Damasco e Maurizio VernaUna produzione del Teatro delle Forme